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Alla ricerca dell’unità del sapere
Immagina l’universo come un grande puzzle. Ogni pezzo rappresenta una piccola parte della realtà: un atomo, una stella, un pensiero, un sentimento. Per secoli, gli scienziati hanno cercato di assemblare questi pezzi, uno alla volta, per capire come funziona il mondo. Questa è la scienza materiale, quella che studia la natura attraverso esperimenti e osservazioni.
Ma c’è un altro pezzo del puzzle che, per molto tempo, è stato messo da parte: la scienza dello spirito. Questa si occupa di esplorare la dimensione interiore dell’uomo, i suoi pensieri, le sue emozioni, la sua connessione con qualcosa di più grande di sé.
Vittorio Marchi, Marco Todeschini e altri pensatori ci invitano a guardare oltre le apparenze e a considerare che questi due mondi, apparentemente così diversi, sono in realtà strettamente legati. Come i fili di una tela, la scienza materiale e la scienza dello spirito si intrecciano, creando un quadro più completo della realtà.
Perché è importante questo legame?
- Per comprendere meglio noi stessi: Capire come funziona la nostra mente e il nostro corpo ci permette di vivere una vita più consapevole e soddisfacente.
- Per trovare un senso alla vita: La scienza dello spirito ci offre strumenti per esplorare le grandi domande esistenziali: chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando?
- Per costruire un futuro migliore: Unendo le conoscenze della scienza materiale e della scienza dello spirito, possiamo sviluppare nuove tecnologie e nuovi modi di vivere in armonia con noi stessi e con il pianeta.
In questo viaggio alla scoperta dell’unità del sapere, ci accompagneranno domande come:
- Esiste un’intelligenza cosmica che guida l’evoluzione dell’universo?
- Qual è il ruolo della coscienza nella creazione della realtà?
- Come possiamo sviluppare le nostre potenzialità spirituali?
Insieme, esploreremo questi temi affascinanti, cercando di trovare risposte che possano illuminare il nostro cammino e arricchire la nostra comprensione del mondo.
Questi due personaggi, Nikola Tesla e Swami Vivekananda ci hanno dato lo spunto per approfondire questo argomento
L’incontro tra Nikola Tesla, il celebre inventore e ingegnere elettrico, e Swami Vivekananda, il monaco indù e filosofo, avvenne nel 1895 a Chicago durante il Congresso Mondiale delle Religioni. Sebbene provenienti da mondi e culture diverse, entrambi nutrivano un profondo interesse per la natura e i misteri dell’universo.
Dal microcosmo al macrocosmo: l’energia che unisce tutto
Abbiamo visto come la scienza materiale e la scienza dello spirito, pur esplorando ambiti diversi, sono in realtà interconnesse. Questa visione olistica della realtà ci porta a considerare l’universo come un sistema energetico interconnesso, dove tutto è vibrazione e movimento.
I pensatori qui citati ci invitano a guardare oltre la materia e a riconoscere l’esistenza di un’energia sottile, una forza vitale che permea ogni cosa. Questa energia, spesso definita “energia libera” o “energia cosmica”, è presente in abbondanza nell’universo e potrebbe rappresentare una fonte inesauribile di energia pulita.
Ma come si collega questo concetto alla ricerca di fonti energetiche alternative?
- Il principio di risonanza: Se tutto è vibrazione, è possibile entrare in risonanza con le frequenze energetiche che ci circondano. Questo principio potrebbe aprire la strada a nuove tecnologie in grado di captare e utilizzare questa energia in modo sostenibile.
- La coscienza come fattore energetico: Alcuni ricercatori sostengono che la coscienza umana possa influenzare i processi energetici a livello quantistico. Questo suggerisce che la nostra mente potrebbe giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo di nuove fonti di energia.
- L’importanza della spiritualità: La ricerca di energie alternative è spesso motivata da una crescente consapevolezza dei limiti delle fonti energetiche tradizionali e dal desiderio di creare un futuro più sostenibile. La spiritualità può fornire una motivazione profonda e un’etica guida per questa ricerca.
Le sfide e le opportunità
La strada verso l’energia libera e pulita è ancora lunga e piena di incognite. Tuttavia, l’approccio olistico che integra scienza e spiritualità offre nuove prospettive e nuove possibilità.
Alcuni dei principali interrogativi aperti sono:
- Come possiamo misurare e quantificare l’energia libera?
- Quali sono le implicazioni etiche dello sviluppo di tecnologie basate sull’energia libera?
- Come possiamo integrare queste nuove conoscenze nel sistema energetico attuale?
Il legame tra scienza materiale, scienza dello spirito ed energia libera è un tema affascinante e ricco di potenzialità. Esplorare questa connessione ci invita a guardare oltre i limiti della conoscenza attuale e a immaginare un futuro in cui l’energia è abbondante, pulita e disponibile per tutti.
“Due uomini che si sono riconosciuti attraverso gli stessi intenti“
V.F.
Swami Vivekananda (1863-1902), nato come Narendranath Datta, è stato un monaco indù, filosofo e leader religioso. Le sue idee hanno avuto un impatto significativo sulla spiritualità in India e in Occidente.
Nikola Tesla (1856-1943) è stato un inventore, ingegnere elettrico e fisico di origine serba. Le sue invenzioni hanno contribuito a rivoluzionare il mondo moderno, in particolare nel campo dell’elettromagnetismo e della radio.
Il nesso tra scienza materiale e scienza dello spirito: l’incontro tra Nikola Tesla e Swami Vivekananda
La scienza materiale di Nikola Tesla:
Tesla era un pioniere della scienza materiale, noto per le sue invenzioni rivoluzionarie nel campo dell’elettricità e del magnetismo. Il suo lavoro si concentrava sulla comprensione e l’utilizzo delle forze fisiche del mondo naturale per creare tecnologie innovative.
La scienza dello spirito di Swami Vivekananda:
Vivekananda, invece, era un esponente della Vedanta, una scuola di filosofia indù che si concentra sulla conoscenza del Sé e la connessione con la realtà ultima. La sua scienza dello spirito esplorava la natura interiore dell’uomo e il suo potenziale per trascendere la realtà materiale.
Il nesso tra le due scienze:
Nonostante le loro diverse sfere di studio, Tesla e Vivekananda condividevano una visione olistica del mondo che univa la scienza materiale con la scienza dello spirito. Entrambi credevano che l’universo fosse governato da principi universali e che la comprensione di questi principi potesse portare a un progresso sia materiale che spirituale.
L’influenza dell’incontro:
L’incontro tra Tesla e Vivekananda ebbe un impatto significativo su entrambi. Tesla rimase affascinato dalle idee di Vivekananda sulla filosofia Vedanta e sulla spiritualità orientale, mentre Vivekananda trovò ispirazione nelle invenzioni di Tesla e nella sua visione di un futuro tecnologicamente avanzato.
Punti chiave del nesso:
- Entrambi gli studiosi erano interessati a comprendere i principi universali che governano l’universo.
- Credevano che la scienza e la spiritualità non fossero in contrasto, ma potessero coesistere e integrarsi.
- L’incontro ha aperto nuovi orizzonti di pensiero e ha contribuito a una visione olistica del mondo.
L’influenza di questo incontro si può rintracciare nel pensiero di molti successivi scienziati e filosofi, che hanno continuato a esplorare il nesso tra scienza materiale e scienza dello spirito. La loro eredità ci invita a guardare al mondo con una mente aperta e a cercare di comprendere la complessità della realtà in tutte le sue sfaccettature.
Paragoni tra Prana, Akasha e la Scienza Materiale:
Premessa:
Swami Vivekananda, filosofo indù, utilizzava i concetti di prana e akasha per descrivere la natura sottile dell’universo. Nikola Tesla, pioniere della scienza materiale, esplorava la realtà fisica con le sue ricerche sull’elettricità e il magnetismo.
1. Prana e l’energia elettromagnetica:
- Prana: Secondo la filosofia Vedanta, il prana è l’energia vitale che permea l’universo e sostiene la vita. È una forza sottile che anima tutti gli esseri viventi.
- Energia elettromagnetica: La scienza moderna ha dimostrato che l’universo è permeato da un campo elettromagnetico che influenza tutti i fenomeni fisici.
Parallelo:
- Entrambi i concetti descrivono una forma di energia invisibile che permea l’universo e influenza la vita.
- Il prana rappresenta l’aspetto sottile e vitale dell’energia, mentre l’energia elettromagnetica ne rappresenta l’aspetto fisico e misurabile.
2. Akasha e l’etere:
- Akasha: Nella cosmologia Vedanta, l’akasha è l’elemento primordiale da cui si originano gli altri quattro elementi (terra, acqua, fuoco e aria). È la sostanza sottile che permea l’universo e serve come substrato per tutti i fenomeni.
- Etere: In fisica classica, l’etere era ipotizzato come un mezzo invisibile che permeava l’universo e serviva da supporto per la propagazione della luce.
Parallelo:
- Entrambi i concetti postulano l’esistenza di un medium sottile e permeante che funge da base per la realtà fisica.
- L’akasha rappresenta la natura spirituale e cosciente di questo medium, mentre l’etere ne rappresenta la natura fisica e materiale.
3. Il quinto elemento:
- Nella filosofia Vedanta: Il prana e l’akasha sono spesso considerati come il quinto elemento, oltre ai quattro elementi classici. Questo quinto elemento rappresenta la quintessenza, l’essenza sottile che permea e unifica la realtà.
- Nella fisica moderna: La fisica moderna ha identificato un quinto elemento, il campo di Higgs, che permea l’universo e conferisce massa alle particelle elementari.


Raffigurazione del parallelismo tra “Scienza moderna” e “Scienza dello spirito”
Parallelo:
- Entrambi i sistemi riconoscono l’esistenza di un quinto elemento fondamentale che gioca un ruolo chiave nella struttura della realtà.
- Il quinto elemento della filosofia Vedanta ha una natura spirituale e unificante, mentre il campo di Higgs ha una natura fisica e materiale.
I paragoni tra prana, akasha e la scienza materiale di Tesla non implicano una perfetta equivalenza tra i due sistemi di conoscenza. Tuttavia, evidenziano sorprendenti parallelismi che suggeriscono una profonda interconnessione tra la dimensione fisica e quella sottile dell’universo.
Punti chiave:
- Prana e l’energia elettromagnetica sono due forme di energia invisibile che permeano l’universo e influenzano la vita.
- Akasha e l’etere sono due concetti che postulano l’esistenza di un medium sottile e permeante che funge da base per la realtà fisica.
- La filosofia Vedanta e la fisica moderna riconoscono entrambe l’esistenza di un quinto elemento fondamentale che gioca un ruolo chiave nella struttura della realtà.
- Le intuizioni di Vivekananda e Tesla ci invitano a esplorare la natura olistica dell’universo e a cercare di comprendere le relazioni profonde tra la scienza materiale e la scienza dello spirito.
L’ energia primordiale dello spazio.
Tesla non fu in grado di dimostrare l’equivalenza di massa ed energia. Ma la ricerca di una relazione tra le due rimase sospesa nell’aria e come sappiamo l’equazione E=mc2 fu pubblicata pochi anni dopo, prima dall’italiano Olinto de Pretto nel 1903 e Albert Einstein nel 1905.”
In ogni caso, Tesla, nella sua ricerca del campo akashico, cercava qualcosa di più della conversione della materia in energia. Il suo obiettivo era quello di sfruttare l’energia primordiale all’interno dello spazio stesso a beneficio dell’umanità. In un articolo pubblicato postumo chiamato Man’s Greatest Achievement, che fu scritto nel 1907, Tesla scrisse così sull’uso di akasha e prana:
“Molto tempo fa… [l’umanità] riconobbe che tutta la materia percepibile proviene da una sostanza primaria, o tenuità al di là della concezione, che riempie tutto lo spazio, l’Akasha o etere luminifero, su cui agisce il Prana o forza creativa che dà la vita, chiamando all’esistenza, in cicli senza fine, tutte le cose e i fenomeni. La sostanza primaria, lanciata in vortici infinitesimali di velocità prodigiosa, diventa materia grossolana; la forza diminuisce, il movimento cessa e la materia scompare, ritornando alla sostanza primaria.”
Prana e Akasha.
Cosa sono dunque il prana e l’akasha di cui hanno scritto Vivekananda e Tesla? Il prāṇa nel Vedanta è la forza vitale della vita, e l’ākāśa è l’elemento spesso tradotto come etere da cui emergono gli altri elementi. E’ l’essenza del vuoto e del nulla. Il Prana è più del respiro; è l’energia sottile che guida i processi del corpo. La scienza medica moderna può non accettarlo, ma la capacità dei sadhu che vivono nella parte alta dell’Himalaya in inverno, o un uomo moderno come Wim Hof di scalare i 22.000 piedi del Monte Everest in nient’altro che pantaloncini e scarpe dimostra che funziona. Ecco come l’antico testo religioso e filosofico indiano Chāndogya Upaniṣad descrive la relazione tra gli elementi dell’universo:
“Da questo Sé (Atman), sorse ākāśa; da ākāśa l’aria; dall’aria il fuoco; dal fuoco l’acqua; dall’acqua la terra.”
Energia, Etere, Mente.
Swami Vivekananda e Nikola Tesla. Il fatto che l’energia possa essere generata dall’etere primordiale (akasha) è un principio fondamentale nei Veda e, naturalmente, l’akasha genera anche altri elementi. Molto prima che la trasformazione della massa in energia diventasse fisica consolidata, tali trasformazioni facevano parte della cosmologia indiana. Vivekananda parlava non solo di questo, ma anche di come la mente attraverso il prana può fare cose che sono al di fuori della scienza conosciuta. Più recentemente, la fisica quantistica ha dimostrato che lo stato di vuoto è associato ad un’energia del punto zero, e questa energia del punto zero ha effetti misurabili. In effetti il vuoto pullula di creazione e distruzione di particelle.
Secondo la filosofia Vedica, del corpo, l’etere si esprime negli spazi vuoti. Gli spazi vuoti dell’intestino, dei vasi sanguigni, della vescica e dei polmoni sono pieni di etere. La l’alterazione dell’etere nel corpo provoca un aumento dello spazio e una diminuzione della struttura. Il risultato è la distruzione dei tessuti. Il morbo di Parkinson è un esempio di una condizione in cui si crea spazio nel corpo dove una volta c’era la struttura cellulare Si impedisce all’etere di aumentare riempiendo il vuoto nella nostra vita. La nostra vita diventa piena non perché siamo occupati, ma perché siamo nutriti fisicamente ed emotivamente. Dal punto di vista emotivo, l’amore è la più alta forma di nutrimento.
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