
Massimo Scaligero
nasce a Veroli, 17 settembre 1906
Roma, 26 gennaio 1980
Nato a Veroli da madre piemontese e padre di origini calabresi, Scaligero ricevette una solida educazione. Dopo la morte della madre, fu allevato dallo zio Pietro Sgabelloni, studioso di dottrine esoteriche, che gli trasmette la passione per il sovrasensibile e l’occulto.
Scaligero e il fascismo
In gioventù, Scaligero ebbe contatti con figure di spicco della cultura italiana del tempo, come Gabriele D’Annunzio, il quale lo definì “il nuovo vate d’Italia”. Si avvicinò al fascismo, ma ne prese le distanze negli anni ’30, avvicinandosi all’opera di Julius Evola.
Approdo all’antroposofia e gli ultimi anni
Fu proprio l’incontro con l’opera di Rudolf Steiner a segnare una svolta decisiva nella sua vita. L’antroposofia divenne il punto di riferimento del suo pensiero e della sua attività culturale. Negli ultimi anni della sua vita, Scaligero si dedicò alla divulgazione dell’antroposofia e alla difesa dei valori spirituali.
Elementi del pensiero
Il pensiero di Scaligero si caratterizza per un profondo interesse per le tradizioni esoteriche, per la filosofia e per la psicologia. Egli cercò di coniugare l’eredità culturale occidentale con le sapienze orientali, proponendo una visione unitaria dell’uomo e del cosmo.
Opere
Scaligero ha lasciato un’ampia produzione letteraria, che spazia dalla saggistica alla poesia. Tra le sue opere più importanti ricordiamo:
- L’uomo e il suo destino
- La via della conoscenza
- Il mito e la realtà
Conclusione
Massimo Scaligero è stato una figura complessa e poliedrica, che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano del XX secolo. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata da coloro che sono interessati alle tematiche dell’esoterismo, dell’antroposofia e della spiritualità.


